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Travo, 32 km / 40′ d’auto da Piacenza.
Ci siamo immersi nella Val Trebbia all’inizio del più caldo Ottobre di cui abbiamo memoria, guidando lungo la SS45 per andare a trovare un amico. Per essere precisi quando abbiamo deciso di andarlo a trovare non lo conoscevamo ancora, ma Shun è una di quelle persone che diventano amiche nel momento in cui ci si saluta. E a noi è successo proprio così.
Arrivati davanti alla Pietra Perduca, ne abbiamo ammirato la conformazione (e abbiamo apprezzato la solitudine dell’Oratorio di Sant’Anna sulla sua cima). Seguendo la stradina tutta curve che si appoggia su quelle colline, arriviamo, poco più a valle, di fronte al vigneto di Shun, ed è lì che finalmente lo vediamo di persona.


‘Shun’ significa cavallo che corre molto, e per noi l’etimologia del suo nome conferma la sua personalità . Si racconta a noi con tono cortese e pensieri puntuali, su concetti definiti dalla sua esperienza ma soprattutto dalla sua visione del mondo.
Ne sentiamo l’energia, la corsa, quando ci racconta il suo percorso di ricerca: dopo gli studi all’Università di Tokyo e l’esperienza fatta in Spagna, Shun stava per avviare il suo progetto sul vino in Cile, quando, facendo networking, ha incontrato Elena Pantaleoni, visionaria imprenditrice dell’azienda La Stoppa di Rivergaro, paese vicino a Piacenza.
Shun ci dice di aver bloccato ogni idea sul fare vino in Cile, perchè ha sentito nel vino de La Stoppa qualcosa di nuovo, che non conosceva e che l’ha riempito di dubbi sul suo futuro. Pensare di proseguire nella sua idea iniziale, lasciando vivo quel dubbio, non sarebbe stato possibile per un ragazzo come Shun. Quindi ha cambiato i suoi piani ed oggi lo troviamo nelle colline della Val Trebbia, producendo il suo vino naturale, influenzato e ispirato dalla visione e dal metodo di lavorazione de La Stoppa e maturato dalla sua, ancora giovane, esperienza sul territorio piacentino.
Considerando l’approccio al vino come una sintesi dell’habitat in cui questo viene prodotto, rimaniamo sorpresi dall’energia di Shun nel chiarirci la sua posizione: un territorio come la Val Trebbia, storicamente coltivata per produrre un vino da vendere in città a un prezzo popolare, merita oggi più attenzione rispetto al passato.
Conosciamo ormai bene la tendenza allo spopolamento dell’Italia, che parte proprio da zone come questa. È qui che si perde, con la mancanza di persone, soprattutto conoscenza ed energia nello sviluppare un modello consapevole, di utilizzo del territorio e di produzione (in questo caso) di vino, con metodi compatibili con la vita.
Shun inoltre riconosce l’importanza del networking, oggi possibile anche grazie alla rete, a internet e alle sue reti sociali. Networking utile a far conoscere un metodo di lavorazione, un’esperienza del territorio, una visione sulla produzione del vino naturale.
“Se un ragazzo straniero, che arriva dal Giappone, si mette a fare vino buono, vuol dire che è possibile per molti” afferma sorridendo Shun. Nonostante la grande opportunità che la Val Trebbia offre oggi, non siamo convinti sia per molti, piuttosto crediamo ci siano ottime opportunità di lavorare e definire l’identità di questo territorio, per chi ha la visione e l’energia di un cavallo che corre molto.
Ascolta la storia di Shun
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Il racconto Paesini è supportato dal nostro partner editoriale EOLO SpA, Società Benefit e leader nel campo della banda ultra-larga wireless (FWA) la cui Mission è garantire anche nelle zone più remote un accesso alla rete democratico e di qualità , a supporto di uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Insieme abbiamo deciso di dare vita a questo progetto fuori dalle aree urbanizzate, per scoprire luoghi remoti del nostro Paese e incontrare storie di persone comuni che, anche grazie a internet, riescono a realizzare le proprie idee e visioni non direttamente dipendenti dalle dinamiche delle città .