Lettura 3′
Campagnatico, 24km / 23′ d’auto da Grosseto.
In questo paesino di case dal colore uniforme, mattone e arancio, troviamo un asilo, una scuola elementare, un oleificio e una terrazza sulla valle davanti a un tramonto memorabile.
Ma il nostro incontro con Alberto avviene a una decina di km più a sud, dove vive e lavora, all’azienda agricola Le Solaie. Ed è proprio per conoscere meglio Le Solaie che l’abbiamo contattato, perchè sempre interessati all’innovazione – anche quando, e forse di questi tempi soprattutto – nelle aree rurali e in un settore strategico come l’agricoltura. La Maremma, lo sappiamo, è una delle massime espressioni al mondo di equilibrio tra il lavoro dell’uomo e il suo ambiente, qui collinare e non densamente popolato.
qui una sintesi della nostra chiacchierata con Alberto e Alessandra
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Al nostro arrivo, Alberto e Alessandra sono stati ospitali e sin da subito molto chiari.
Lavorare in campagna non significa idealizzare un pensiero, immaginare un futuro lontano, sorridere al pensiero di poter respirare un’aria finalmente pulita al ritmo del frinire dei grilli o semplicemente desiderare una vita migliore.
Qui l’idea si manifesta, accade. Il pensiero è compiuto, il cambiamento è già avvenuto ed è in essere anche nel momento in cui ci fermiamo a parlare, di fronte ad una vasca tradotta in piscina.
Alessandra e Alberto hanno quarantotto anni e questa fase della loro vita è stata programmata, pianificata da tempo, soprattutto perchè voluta dopo una prima e seconda parte della loro vita vissuta in città enormi, in luoghi fortemente antropizzati, lontani dal pensiero di potersi dedicare a loro stessi in un ambiente naturale.
Ciò che rende la loro storia una storia contemporanea e di innovazione, ce lo descrive con lucidità proprio Alberto. E per noi le sue sono parole sante.
I modelli economici legati all’agricoltura e all’allevamento, hanno bisogno di una rimodulazione, ed è ciò che ha iniziato a fare lui oggi.
Forte dei molti anni lavorati come manager in una multinazionale del petrolio, Alberto ha imparato tutti i flussi di un’azienda e grazie a questa esperienza e conoscenza ha sviluppato un modello di business che avesse dentro alcuni elementi che risolvessero la sua necessità di vivere più a contatto con la natura.
Si è preso il tempo giusto. Un anno e poco più per la stesura del piano. Più di ottanta proprietà visitate (prima di acquistare quella in cui ci troviamo) e analizzato quale fosse la soluzione migliore per tutte le variabili inserite nella sua lista.
Alberto si è quindi concentrato sull’allevamento. Che fosse secondo il suo modello: un allevamento sostenibile, in termini di economia e di salute, allevando quindi faraone e polli (perchè carni bianche), nei tempi e nei modi più naturali, con gli spazi e i ritmi giusti. E che questi ultimi vivessero nel modo più dignitoso e naturale possibile, con un intervento e un contatto con l’uomo ridotto al minimo.
E che fosse un allevamento dignitoso anche nella morte, evitando a questi animali la sofferenza di un viaggio dentro un camion destinato a chissà quale macello. Perchè la fase di macellazione avviene a cinque metri di distanza dal campo dedicato ai suoi animali.
Con questa storia per noi d’ispirazione che potrebbe essere superficialmente traducibile in ‘come riprogrammare la direzione della nostra vita‘ non vogliamo entrare dentro una scelta di consumo, ma da onnivori crediamo che questo modello che Alberto sta sviluppando, sulla vita e nella morte di un animale, sia un passo necessario, sia per toglierci dai modelli di allevamenti intensivi, sia per avere consapevolezza maggiore rispetto alla nostra dieta, a ciò che mangiamo, applicabile anche a ciò che vestiamo, come viaggiamo, cosa guidiamo, come ci relazioniamo con noi stessi e con gli altri.
Il racconto Paesini è supportato dal nostro partner editoriale EOLO SpA, Società Benefit e leader nel campo della banda ultra-larga wireless (FWA) la cui Mission è garantire anche nelle zone più remote un accesso alla rete democratico e di qualità, a supporto di uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Insieme abbiamo deciso di dare vita a questo progetto fuori dalle aree urbanizzate, per scoprire luoghi remoti del nostro Paese e incontrare storie di persone comuni che, anche grazie a internet, riescono a realizzare le proprie idee e visioni non direttamente dipendenti dalle dinamiche delle città.