Lettura 4′
Celleri di Carpaneto Piacentino, 23 km / 27′ d’auto da Piacenza.
Siamo da queste parti per saperne di più sul lavoro di una ragazza, che nasce dalla geologia, combinandola con la tecnica e il suo senso estetico, diventando ceramica in grès.
Eravamo rimasti dentro la Val Trebbia. Poi siamo tornati in pianura, o meglio, nella zona pedecollinare del piacentino, “la terra di passo” (cit).
In zona un paese che merita una visita è Castell’Arquato, con il suo centro storico e le sue torri che si impongono sull’Arda e che noi abbiamo visitato immersi nella foschia del mattino, lasciandoci negli occhi un bel senso di mistero d’altri tempi.
Tornando sulla strada provinciale 10, notiamo che tra la pianura e la nostra destinazione, Celleri, frazione di Carpaneto Piacentino, c’è una lieve quanto costante salita, la collina è molto leggera e allungata e la mattina, quando ci troviamo in zona, vediamo la nebbia del tardo autunno sfumare nell’azzurro del cielo con il lento aumentare dell’altitudine, quasi impercettibilmente.
È in questa atmosfera di un tempo assente che incontriamo Arianna, in una casa di campagna molto grande, isolata, con un’aia accogliente e a lato, il suo laboratorio che lei ha chiamato La Topaia perchè ricavato da un magazzino, che fu casa di topolini di campagna.
Arianna ci racconta velocemente il suo percorso di studi, artistico e di ricerca, che l’ha portata a plasmare, toccare, lavorare e sentire la concretezza della terra, dell’argilla e la sua differente composizione, che varia in base alla zona in cui la ricerca.
Avevamo parlato di ceramica anche con Beatrice, a Celle Ligure, paesino numero 7 della nostra serie. Leggi la storia
Prima di vedere il laboratorio, seguiamo il percorso di creazione della ceramica, partendo quindi dal terreno, dall’argilla. Andiamo con Arianna nel bosco dietro casa sua, in una zona molto ampia, davvero poco edificata, dove possiamo percepire quasi il senso della scoperta. La sua materia prima risiede dentro questo bosco. E lei ha imparato a conoscere questa argilla, lavorandola e con la tecnica, trattandola in base alle sue caratteristiche, prevedendone con l’esperienza, il risultato in termini di qualità ed estetica.
Ogni territorio ha una storia geologica, quindi è così che l’argilla ha caratteristiche differenti. Ed è per questo che il mio lavoro varia, una volta passato in cottura un piatto, un bicchiere, una tazzina. Ciò che vediamo nel laboratorio di Arianna è il prodotto del territorio di Celleri, di casa sua, sotto forma di ceramica in grès quindi.
Come è successo a Sassuolo o Montelupo Fiorentino, paesi sorti intorno ad un territorio favorevole rispettivamente sulle rive del Secchia e dell’Arno, oggi famosi distretti della ceramica, così Arianna ha la magia e la tecnica nel conoscere l’identità di casa sua, attraverso il suo terreno.
Ed è questo che ci affascina, come la realtà possa essere vista e vissuta, partendo dalla geologia, per poi rielaborarla e rendendola propria. Questo è il lavoro di Arianna, sintetizzato in tazzine, ciotole, piatti, vasi e bicchieri che troviamo nel suo laboratorio (e che troviamo splendidi).
Anche se scriviamo di questo incontro che ha l’atmosfera di altri tempi, Arianna vive il suo tempo e la sua professione con logica. Ha investito sull’online, con un e-commerce strutturato, e sulla sua identità, lavorando anche sui social media, per saperne di più, dai un occhio al suo instagram.
La ceramica che nasce dall’argilla raccolta dietro casa e Il racconto Paesini è supportato dal nostro partner editoriale EOLO SpA, Società Benefit e leader nel campo della banda ultra-larga wireless (FWA) la cui Mission è garantire anche nelle zone più remote un accesso alla rete democratico e di qualità, a supporto di uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Insieme abbiamo deciso di dare vita a questo progetto fuori dalle aree urbanizzate, per scoprire luoghi remoti del nostro Paese e incontrare storie di persone comuni che, anche grazie a internet, riescono a realizzare le proprie idee e visioni non direttamente dipendenti dalle dinamiche delle città.