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Riomaggiore, 15 km / 8′ in treno da La Spezia.
Riomaggiore è la porta orientale delle Cinque Terre, primo borgo marinaro provenendo da La Spezia e paesino più a sud dei cinque.
Secondo una leggenda, Riomaggiore, Rivus Maior, venne fondato nell’VIII secolo da un gruppo di profughi greci in fuga dalla persecuzione iconoclasta di Leone III Isaurico.
Arriviamo nel piccolo borgo in treno e ci accoglie un gran Sole, una temperatura anche troppo alta per essere inverno e un anziano pescatore che con calma serafica lancia la sua lenza in mare continuamente.
Abbiamo visitato molte volte Riomaggiore e la sua bellezza è sempre intatta ma basta fare una piccola ricerca per capire che questo paesino è così da secoli: Telemaco Signorini (18 agosto 1835 – 10 febbraio 1901), pittore fiorentino della scuola dei macchiaiola, si era innamorato di questa zona e l’aveva ritratta a più riprese e possiamo notare quanto poco Riomaggiore sia cambiato nei secoli.
Leggi anche il punto di vista di Marco e Ramona, una coppia di baristi di Manarola, di cui abbiamo parlato di recente.
Siamo innamorati di questo borgo anche per la sua resistenza ai cambiamenti, i nostri occhi oramai si sono abituati ad anni di ristrutturazioni 110% e cantieri ma qui invece è tutto conservato come l’ultima volta che siamo venuti qui alcuni anni fa.
Le Cinque Terre sono da tantissimi anni meta costante di turisti da tutto il mondo e anche recentemente hanno avuto nuovamente lustro grazie ad un cartone animato Pixar ambientato proprio qui.
Vogliamo però capire come le persone del posto vedono questo afflusso continuo di turisti e turismo che anche grazie ad internet e ai social media ha avuto un incremento e una crescita esponenziale.
Incontriamo Ferdinando, un sommelier che ha un locale che si affaccia sul piccolo porticciolo e gli chiediamo subito di raccontarci il rapporto che questo piccolo borgo ha con il turismo mordi e fuggi.
Ferdinando ci spiega che questa zona ha sempre avuto tantissimi turisti stranieri, ancor prima dell’avvento dei social media, grazie sopratutto alle guide turistiche scritte da Rick Steves e al suo blog in cui ha raccontato la bellezza delle Cinque Terre quando ancora non erano sulla bocca di tutti. I turisti stranieri all’inizio per questo motivo erano prevalentemente americani, insieme a francesi e tedeschi che qui sono sempre stati graditi ospiti.
Con l’esplosione dei social media i flussi turistici sono aumentati ma non solo, non parliamo quasi più di alta e bassa stagione perché durante i 12 mesi è difficile trovare un momento dove non vediamo passeggiare turisti provenienti dall’Asia o dall’America. I tempi morti, che in ogni zona turistica ci sono, qui sono praticamente nulli.
Da questo è nato un secondo pensiero: Come vogliamo accogliere e cosa vogliamo raccontare del nostro territorio a questi turisti che spesso vengono qui per scattare una foto o provare un prodotto tipico?
Vogliamo pensare solo al guadagno o vogliamo veramente metterci la faccia per creare un qualcosa che possa far pensare al turista che Riomaggiore è un luogo straordinario?
Io, insieme alle persone che hanno locali che si affacciano sulla piazza, ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso che dovevamo tutti puntare sulla qualità, sul far provare al cliente un’esperienza unica della nostra zona. Il turista quando verrà da noi troverà sempre un vino di alta qualità, un piatto di pasta creato con maestria, un modo di fare che ci rende diversi dagli altri.
Certo, alcuni sceglieranno di mangiare al volo in piedi un trancio di pizza e una Coca-Cola ma noi abbiamo scelto di mostrare il nostro territorio anche attraverso i sapori e facendo scelte che per noi rappresentano in primis chi siamo e perché facciamo questo mestiere.
La scelta di Ferdinando e dei suoi colleghi è un modo di approcciare il turismo mordi e fuggi che impatta su tutto il borgo e su tutte le Cinque Terre ma come ci ha ben raccontato il cambiamento parte anche da noi e dalle scelte che facciamo, anche con il nostro lavoro quotidiano.
Il racconto Paesini è supportato dal nostro partner editoriale EOLO SpA, Società Benefit e leader nel campo della banda ultra-larga wireless (FWA) la cui Mission è garantire anche nelle zone più remote un accesso alla rete democratico e di qualità, a supporto di uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Insieme abbiamo deciso di dare vita a questo progetto fuori dalle aree urbanizzate, per scoprire luoghi remoti del nostro Paese e incontrare storie di persone comuni che, anche grazie a internet, riescono a realizzare le proprie idee e visioni non direttamente dipendenti dalle dinamiche delle città.