Lettura 4′
Di recente siamo andati alla scoperta di un territorio che ha saputo massimizzare i propri spazi e le proprie conoscenze in vari settori dell’economia. Abbiamo passato una settimana attraversando tre provincie dentro la grande pianura di cui fa parte il Veneto. Questa volta però non abbiamo approfondito temi sugli ambienti produttivi di cui questa regione vanta primato come la manifattura o l’export di vino, ma l’abbiamo conosciuta attraverso le sue energie, o meglio, attraverso i vari tipi di produzione di energia che avvengono ogni giorno, tra Venezia, Padova e Rovigo.
In questa esplorazione del territorio, anche questa volta (ricordi il nostro viaggio in Sicilia con Ilenia?), ci siamo fatti accompagnare da una voce locale, Carlotta, nota sui social come @Carlotta__Berti.
Il nostro obiettivo prima di arrivare, oltre a conoscere i vari tipi di energie, era quello di documentare la scoperta di questo aspetto della realtà anche da parte di una ragazza veneta doc, come ama definirsi Carlotta appunto, ed è ciò che abbiamo fatto.
Nel nostro racconto veneto, abbiamo deciso di partire dai benefici che la produzione di energia porta alla società. A noi, in quanto osservatori affamati di bellezza, quella espressa attraverso l’arte, la scultura, l’architettura quindi l’atmosfera che si respira visitando le ville venete, interessa raccontare come la produzione dell’energia, di cui poco sappiamo, generi la possibilità di poter usufruire di luoghi di cultura come Villa dei Vescovi, nostra prima tappa in questo percorso di scoperta.
Siamo nei pressi di Torreglia, con i Colli Euganei tutti intorno, ed è in questa cornice immersa nel verde che entriamo alla Villa dei Vescovi, costruita nel 1535 da Giovanni Maria Falconetto per i vescovi di Padova come residenza estiva. Dal 2005 è parte della tutela del FAI che, dopo una lunga ristrutturazione durata di 6 anni, l’ha riaperta al pubblico dal 2011. Qui incontriamo il responsabile delle relazioni col pubblico, che ci racconta, durante la visita, il lavoro svolto di ottimizzazione energetica, in partnership con Edison, svolto nella struttura, partendo dalla digitalizzazione dei dati di consumo, arrivando all’efficentamento energetico, ad oggi, al 20%.
Un'altra conseguenza tangibile ed estremamente esposta agli occhi di milioni di persone? L'illuminazione dell'isola di Venezia.
Niente di più facile da documentare per noi quindi, con una passeggiata fotogenica per le calli con Carlotta, all'imbrunire, quando il cielo è quasi blu elettrico e i lampioni si accendono, donando, una sera come tante, un'atmosfera di mistero alla città.
In sostanza, Francesca Zaccariotto, assessore ai lavori pubblici, ci racconta che nel 2022 l'amministrazione della città ha dato in appalto ad Edison l'illuminazione dell'isola, con l'obiettivo di una riduzione del 54% dei consumi nei prossimi 15 anni, che è poi la durata della concessione. Oltre a questo, saranno più di trecentocinquanta gli edifici publici sottoposti a riqualificazione illuminotecnica, con interventi anche sul Ponte di Rialto, il Ponte dei Sospiri e la Basilica Santa Maria della Salute. E saranno installati cento sistemi intelligenti di attraversamento pedonale luminoso (che porta ad un risparmio sui costi e sui consumi). Questa operazione a lungo periodo è un lavoro sull'ottimizzazione energetica che ha un impatto concreto e immediato sulla vita quotidiana delle persone.
Quindi, dietro questi due esempi di bellezza che va mantenuta e preservata, anche con la conoscenza tecnologica, come viene prodotta l'energia sul territorio? Parliamo quindi di tre filiere dell'energia, a pochi chilometri da Venezia.
Partiamo da Marcon, in provincia di Venezia, paese che ha fortemente razionalizzato il suo territorio dentro un perimetro di attività produttive artigianali ma in parte ancora agricole, come l'azienda che ci ha permesso di documentare due cose importanti:
1 - lo scarto agricolo, il letame delle mucche, è fonte di energia, generando quindi economia circolare
2 - che quello scarto diventa 300 tonnellate di bioGNL e che viene trasportato da 150 camion ogni anno, nell'impianto più vicino, all'interporto di Padova.
A qualche chilometro da Marcon, sulla costa della Laguna di Venezia, abbiamo avuto la possibilità di visitare alcuni spazi industriali di cui da sempre abbiamo sentito parlare. Marghera.
È una località nota per i suoi impianti industriali, (ma ha anche un quartiere residenziale) e come abbiamo potuto vedere durante le riprese aeree, è una terra strappata al mare, come poi abbiamo scoperto dall'origine del suo toponimo, "mar ghe gera", il mare c'era.
Qui il delicato equilibrio del territorio lagunare con le attività umane ha avuto un cambiamento drastico già un secolo fa, quando l'industria ha avviato le sue produzioni, ponendo le basi per la prima centrale termoelettrica in Italia, nel 1965.
Nel suo labirinto di tubi dritti e curvi, di turbine, e geometrie metalliche a base rettangolare, oggi, con 780MW, questa centrale, tra le più efficenti al mondo, da energia a due milioni di famiglie.
E l'energia rinnovabile? Quella la troviamo nel parco solare più grande d'Italia, nella provincia di Rovigo, a Loreo, che visitiamo, sempre con Carlotta. Qui abbiamo 12,68 MW di potenza installata, che lo rende l’impianto più grande di tutta Italia, e che rifornisce 5000 famiglie.
Di tutte queste informazioni e queste energie sul suo territorio, cosa ne pensa Carlotta? Le abbiamo chiesto, quindi, un pensiero in merito all'esperienza di una settimana passata insieme dentro le energie della sua regione.
In questa esplorazione del Veneto abbiamo incontrato nelle infrastrutture e nelle parole dei nostri interlocutori, concetti come ottimizzazione dello spazio e del lavoro che, applicati alle energie, diventano strumenti di benessere per i suoi abitanti.
Il racconto I territori dell’#energiachecambiatutto è supportato dal nostro partner Edison.
Potete vedere il video completo che abbiamo realizzato per il suo canale YouTube qui.