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Campofilone, 18 km / 25′ d’auto da Fermo
Tra i vari paesini in cui ci siamo diretti in questi mesi, Campofilone è tra quelli più semplici da raggiungere, per vicinanza al suo capoluogo di provincia e all’A14, ormai storico muro di separazione tra i piccoli centri sulle prime colline delle Marche (e ben oltre) e la costa Adriatica. Questo paesino sembra appoggiato con cura su una di queste colline, praticamente affacciato sul mare.
La sua bellezza da borgo italiano è una sorpresa per noi, che siamo giunti sin qui per toccare con mano il suo prodotto più celebre: i ‘Maccheroncini di Campofilone’.
Per essere subito chiari, questi maccheroncini sono molto diversi da quelli che possiamo trovare al supermercato. Non è una pasta di semola, a forma di cilindro trafilato cavo. È una specialità regionale, che nel 2013 ha ottenuto la certificazione IGP, divenuta con il tempo uno dei simboli gastronomici delle Marche.
Siamo arrivati sin qui per incontrare Vincenzo – che tutti chiamano Sandro – Spinosi. Ed è proprio lui ad accoglierci all’ingresso della sua azienda, sulla strada che arriva al piccolo centro storico del paesino.
Sandro ha presieduto l’Associazione dei produttori di maccheroncini, perchè diventassero appunto IGP. Ma da quello che sappiamo dai suoi racconti, determinare il successo di una tradizione locale, come appunto la pasta all’uovo, i maccheroncini, è stato un processo naturale, quasi come determinare se stesso nel mondo. Dopo aver preso in mano il lavoro avviato dal padre, con il suo spirito imprenditoriale e il suo approccio alla vita, ha creato valore dal valore del territorio, facendo impresa ma allo stesso tempo connotandola con il suo territorio di origine.
Sino a diventare Grande Ufficiale della Repubblica Italiana e ambasciatore delle Marche a Expo 2015. Ne è diventato ambasciatore realmente, ancor prima che portasse personalmente da mangiare al Papa, in visita a Loreto.
Abbiamo quindi visitato la sua azienda, che per scelta ha mantenuto a misura d’uomo, nel luogo di origine, rispettandolo e conservandone la cultura, dalla manualità, al rapporto umano, alla qualità degli ingredienti, soprattutto le uova da galline livornesi.
La storia di questa azienda segue il successo imprenditoriale e caratteriale di Sandro, che parte dal secolo scorso, ma che oggi, ci racconta, prosegue sui canali digitali, su internet. Un mondo a lui non ideale perchè abituato alla fisicità, al contatto, al sorriso. Suo figlio Marco, laureato alla Bocconi, si occupa dell’implementazione del mondo digitale e del ‘branding’ intorno al maccheroncino di Campofilone e ad altre tipologie di pasta all’uovo create dal padre, come gli Spinosini e i Bentagliati.
La mia pasta è tagliata bene, perchè devo chiamarla maltagliati?
Il racconto Paesini è supportato dal nostro partner editoriale EOLO SpA, Società Benefit e leader nel campo della banda ultra-larga wireless (FWA) la cui Mission è garantire anche nelle zone più remote un accesso alla rete democratico e di qualità, a supporto di uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Insieme abbiamo deciso di dare vita a questo progetto fuori dalle aree urbanizzate, per scoprire luoghi remoti del nostro Paese e incontrare storie di persone comuni che, anche grazie a internet, riescono a realizzare le proprie idee e visioni non direttamente dipendenti dalle dinamiche delle città.