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Oggi siamo a Bologna, città storicamente accogliente, dove probabilmente l’origine della sua atmosfera ospitale risiede nella fondazione della prima Università del mondo occidentale, nell’anno 1088.
Di questi tempi Bologna è una città dove la cultura si fa intensa attraverso la comunicazione visiva, quella dell’arte, dei 50 musei tra cui il MAMBo, museo d’arte moderna, della Pinacoteca, del MAST, Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia dove vengono allestite mostre di fotografia industriale davvero rilevanti dal punto di vista di direzione artistica e di esperienza per i cittadini, come questa.
Ma la cultura visiva, soprattutto d’estate, si genera da quell’unicum che è la Cineteca di Bologna, che conserva e restaura il patrimonio cinematografico ed è eccellenza mondiale in questo campo, gestita dal Comune di Bologna. E per strada si vede e si respira la sua direzione decisa, anche grazie alla cultura come motore di apertura, verso le persone, la società e la sua economia, il futuro.
È in questo contesto che incontriamo Cinzia Bolognesi, che si è trasferita in città da molti anni, durante il suo periodo di frequentazione dell’Accademia di Belle Arti. Questa città non brilla per un clima amichevole, quindi prima che il caldo ci avvolga in un abbraccio soffocante, ci facciamo portare da Cinzia in giro per il centro, alla scoperta degli angoli a lei cari, presto la mattina.
“Oltre ad essere la mia madre adottiva, Bologna per me è anche ispirazione cromatica quando prendo in considerazione le tonalità calde del centro storico, che poi ritrovo nei miei lavori. Con il tempo comunque ho iniziato a preferire i parchi del quartiere dove vivo attualmente piuttosto che la confusione – seppur divertente – del centro storico.”
ascolta le sue parole
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Usciamo dal centro e Cinzia ci porta al parco e poi nel suo studio, qui ci racconta come sono variati i suoi spostamenti in funzione delle esperienze e soprattutto delle necessità, a loro volta cambiate con il passare del tempo.
“Con l’esperienza ho lasciato maggiore spazio al mio tempo, che ritrovo e ormai identifico con la mattina, mentre prendo il caffè. Quel tempo che per me è anche spazio, il mio spazio segreto, in cui posso sentire e tradurre i miei sogni e pensieri in illustrazione.”
Ed è questo uno dei motivi per cui, in alcuni dei suoi lavori è presente il caffè, spesso posizionato al centro dell’illustrazione.
E continua
“Con questa premessa, non conta quindi su quale supporto do forma all’illustrazione. Ho iniziato, come spesso accade, disegnando su carta, da giovane studentessa alle scuole medie. Oggi sfrutto la tecnologia e utilizzo molti supporti, dall’iPad quando sono al parco o fuori casa, alla tavoletta grafica in studio.”
I lavori di Cinzia sono ovunque, tra cui Pinterest e Instagram
Diplomata all’istituto d’arte Dosso Dossi di Ferrara in decorazione pittorica ha poi frequentato l’accademia di belle arti di Bologna, nella sezione scultura.
Nella sua carriera lavorativa ha sperimentato molto, arrivando ad elaborare sempre di più un tipo di illustrazione onirica e fiabesca collocabile come target di riferimento nella fascia d’età denominata youngadult.
Negli anni si è sempre più avvicinata all’illustrazione digitale unendo le skills acquisite durante il suo lavoro di grafica.
Da più di dieci anni lavora nel settore della moda e del packaging food, unendo la sua passione per l’illustrazione a lavori più prettamente commerciali e di advertising.
Attualmente collabora con varie agenzie di comunicazione e aziende italiane come illustratrice e bookcoverist.
Questa storia è supportata dal nostro partner editoriale Caffè Bristot, ed è uno degli incontri in cui raccontiamo il lavoro svolto con passione da tre persone con vite, background e, appunto, passioni molto diverse.
Abbiamo preso un caffè anche con un pescatore e un biciclettaio.