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Siamo a Porto Ercole, per scorgere l’alba dobbiamo ancora attendere ma stiamo già ammirando l’Isolotto da “Le Viste”, una bellissima spiaggia che ogni giorno è frequentata da gente del luogo e turisti.
Sono le 5:45 e una leggera brezza sta lasciando spazio al caldo che tra poco arriverà insieme al sole.
Pochi minuti e vediamo giungere un piccolo peschereccio pilotato da Renzo Scarmiglia, pescatore di 52 anni che in questo piccolo paese toscano è cresciuto.
Porto Ercole è infatti un piccolo paese di 2600 abitanti, una perla del nostro paese che ci regala costantemente panorami stupendi. Siamo giunti fin qui per scoprire la storia di Renzo.
“Ho 52 anni, faccio il pescatore e gran parte della mia vita l’ho passata a fare questo lavoro. La pesca che faccio io si chiama “del tramaglio” cioè calo le reti la sera o la notte e la mattina successiva vado a recuperarle. La mia è una pesca molto selezionata e sostenibile, lavoro vicino alle spiagge e utilizzo delle reti con maglie grandi per prendere pesce già grande lasciando crescere e maturare i pesci più piccoli.
Di solito pesco orate, cefali, rombi, spigole, ricciole, lombrine, quindi tutto pesce che passa vicino alla spiaggia”
Sentendo parlare Renzo capiamo bene l’amore e la passione che ha verso il mare e il suo lavoro: “il momento dell’anno in cui amo maggiormente lavorare è l’inverno. Non ci sono barche in giro oltre a quelle dei pescatori, spesso il mare è ancora mosso e grande quando esco, devo spingermi verso i frangenti per lasciare le mie reti e tutto questo mi da un’adrenalina fortissima, mi fa sentire vivo e mi emoziona.
Mi sento a stretto contatto con il mare, ci siamo io, la mia barca e il mare intorno a me.”
ascolta le sue parole
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Non possiamo allora che chiedere a Renzo: “perché fai il pescatore?”
“Faccio il pescatore perché penso di averlo innato nel sangue, tramandato da generazioni.
I nonni di mia mamma erano pescatori da sempre, mio babbo mi portava a pescare da piccolo. Tutto nella mia famiglia mi fa venire in mente il mare e la pesca.
Nonostante questo anni fa avevo lasciato questo lavoro, era un momento in cui non c’era nessun tipo di controllo sulla pesca ed era un mondo senza regole che ha portato ad un calo sostanzioso del pesce.
Non mi piaceva questo ambiente e mi sono allontanato.
Quattro/cinque anni fa invece le istituzioni hanno deciso di intervenire per regolamentare maggiormente la pesca, la flotta italiana di pescherecci è diminuita e di conseguenza anche la pesca intensiva, ho visto rinascere la piccola pesca e ho deciso che era il momento di tornare sul mio peschereccio. La passione verso quello che facevo era troppo forte per restare ancora lontano dal mio mare e dalla mia barca.”
Nonostante la fatica, Renzo ci racconta che questo lavoro gli da un benessere fisico e mentale che non trova altrove. Il suo rapporto con il mare nel tempo è cambiato, come è cambiato lui stesso nel passaggio da ragazzo a uomo; prima il mare era un gioco, un posto in cui passare il tempo e divertirsi, adesso è un luogo da conservare e amare.
Dopo aver gustato un caffè insieme con vista porto, lasciamo Renzo e se passate da Porto Ercole prossimamente date un’occhiata in mare, potreste scorgerlo sul suo peschereccio…
Questa storia è supportata dal nostro partner editoriale Caffè Bristot, ed è uno degli incontri in cui raccontiamo il lavoro svolto con passione da tre persone con vite, background e, appunto, passioni molto diverse.