Lettura 6′
La storia che raccontiamo oggi non si svolge in un paese preciso ma in un’intera area: la Maremma grossetana.
La Maremma è una vasta regione geografica compresa fra Toscana e Lazio, di circa 5000 km², che si affaccia sul Mar Tirreno e sul Mar Ligure.
Oltre a una parte centrale, quella cioè della provincia di Grosseto, comprende le pendici del Monte Amiata e delle Colline Metallifere e la valle dell’Ombrone (Maremma Grossetana – quella che prenderemo in considerazione), comprende inoltre la fascia costiera tra Piombino e il Cecina (Maremma Livornese) e si spinge nel Lazio fin verso Civitavecchia.
Proprio nella Maremma grossetana nasce il progetto Hypermaremma e per farcelo raccontare incontriamo all’ Ansedonia uno dei suoi fondatori: Carlo Pratis
“Hypermaremma nasce nel 2019 con l’intento di innescare una rilettura del territorio maremmano e delle sue tradizioni attraverso la sfaccettata visione dell’arte contemporanea tramite la realizzazione di mostre, interventi site specific e performances.
Hypermaremma si configura come associazione di promozione sociale. I fondatori del progetto siamo io, Giorgio Galotti (curatori e galleristi) e Matteo d’Aloja (architetto ed esperto di comunicazione). Ci aiutano e ci hanno aiutato nella realizzazione di tutto anche Beatrice Benella, production manager e Massimo Mininni storico dell’arte ed ex vice direttore della Galleria Nazionale d’arte Moderna.
Nei suoi primi due anni di attività il progetto ha realizzato 6 grandi mostre coinvolgendo 49 artisti in location storiche e istituzionali e una grande installazione permanente nell’ eccezionale cornice dell’Oasi WWF di Burano.
Nel 2021 Hypermaremma ha realizzato 7 imponenti installazioni site specific in dialogo col paesaggio bilanciando il coinvolgimento di artisti di fama internazionale con giovani artisti della scena più contemporanea.“
Parlando con Carlo capiamo che tutto nasce dall’amore che hanno per la Maremma, per la sua storia e per il suo territorio. Pensando a come far risaltare la bellezza che loro apprezzano da tantissimi anni è nato il progetto Hypermaremma.
“Hypermaremma vuole essere assolutamente un’avventura per (far) scoprire porzioni e luoghi nuovi del territorio, la nostra volontà è anno dopo anno di abbracciare con i nostri interventi luoghi sempre meno vicini ad una visione ormai scontata di una Maremma “Capalbio-centrica”. Il nostro sogno è quello di lavorare ancora nella Maremma laziale, e di arrivare alle isole: Giannutri e il Giglio ad esempio.
Il pensiero che sta dietro al progetto è sempre quello di creare pezzo dopo pezzo un percorso che renda questa scoperta un’esperienza immersiva a tutti gli effetti: immersiva con il paesaggio e con le opere che lo ridisegnano e lo risignificano.“
Visitando e ammirando le installazioni e le performance si capisce che il paesaggio e il territorio sono parte integrante dello “show”. Queste opere avrebbero un altro significato se fatte in un’altra location:
“Nel nostro approccio curatoriale il dialogo tra luogo e intervento artistico è sempre fondamentale. Il paesaggio diventa parte integrante dell’opera è molto spesso del suo stesso significato. Nei nostri progetti il piú delle volte siamo partiti dal luogo stesso, dalla nostra volontà di svelarlo e di raccontarlo quindi con gli occhi dell’artista. Partendo dal luogo ragioniamo su quale pratica e intervento possa essere più adatto, e quindi si procede così con la ricerca dell’artista.”
Dopo il grande intervento scultoreo di Giuseppe Gallo, la prima opera in assoluto che riusciamo a mettere in tangibile dialogo col mare, abbiamo scelto un altro intervento monumentale che anch’esso ha un rapporto strettissimo col mare e con chi lo naviga di notte. “Ships that pass in the night” è il gigantesco neon blu che abbiamo commissionato a Maurizio Nannucci per la facciata dell’incredibile Rocca di Talamone.
Un omaggio ai navigatori notturni visibile come una traccia semantica blu a chi passa nel buio attraverso la baia di Talamone.
A questa segue un altro intervento monumentale, quello di Claudia Comte nella vallata di Pescia Fiorentina.
Una gigantesca scritta di 110 metri, realizzata con tronchi d’albero provenienti dal monte Amiata, un monito su come non si possa prescindere “l’altro” in natura. Su come tutto sia legato imprescindibilmente in un unico grande ecosistema.
Come vi ha aiutato la rete in questi anni?
Per noi internet e i social sono stati fondamentali. Il nostro sito è un elemento di informazione di cui non possiamo più fare a meno per raccontare le opere, gli artisti e l’intero progetto.
Per non parlare dei social network che, specialmente all’inizio, ci hanno dato un boost incredibile per far conoscere Hypermaremma a tantissime persone. L’opera “Spazio Amato” di Massimo Uberti è stata fotografa e condivisa tantissime volte e il passa parola che si è creato su Instagram ha fatto arrivare tantissimi turisti a visitare il Lago di Burano e tutta la zona circostante così come il Totem del 2021 di Moira Ricci in cui venne rappresentato il pugno di Goldrake che incuriosì tantissime persone che si incamminavano nelle campagne maremmane per vederlo di persona.
Oltre al sito e i social, abbiamo realizzato anche dei podcast in cui gli artisti raccontano le proprie opere. È un modo per far capire ancora meglio ciò che è stato il pensiero alla base della realizzazione di ciò che viene installato sul territorio.
Il racconto Paesini è supportato dal nostro partner editoriale EOLO SpA, Società Benefit e leader nel campo della banda ultra-larga wireless (FWA) la cui Mission è garantire anche nelle zone più remote un accesso alla rete democratico e di qualità, a supporto di uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Insieme abbiamo deciso di dare vita a questo progetto fuori dalle aree urbanizzate, per scoprire luoghi remoti del nostro Paese e incontrare storie di persone comuni che, anche grazie a internet, riescono a realizzare le proprie idee e visioni non direttamente dipendenti dalle dinamiche delle città.