Brescia, già da qualche anno, ben prima di condividere con Bergamo il ruolo di Capitale Italiana della Cultura, nel 2023, ci ha mostrato la sua volontà di aprirsi al mondo, attraverso l’arte. Nel 2020, durante una nostra visita in città (forse ricordi il nostro incontro con Matteo Marzotto) abbiamo potuto vedere il restauro della Vittoria Alata (restauro effettuato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze), collocata dell’aula orientale del Capitolium, il Museo Archeologico di Brescia.


Tra i suoi musei di prestigio, spicca il Museo di Santa Giulia, che ospita l’ottava edizione del Brescia Photo Festival, un appuntamento importante per gli appassionati della fotografia, quest’anno dedicato al tema degli Archivi.
È in questo contesto che si inserisce la mostra Joel Meyerowitz. A Sense of Wonder. Fotografie 1962-2022. Curata da un professionista che apprezziamo e seguiamo già da anni, Denis Curti, la mostra rappresenta la prima vera antologica italiana dedicata al grande fotografo americano, realizzata in collaborazione con il Joel Meyerowitz Photography Archive di New York.


Un maestro della fotografia
Joel è un pioniere della street photography che, a differenza dei suoi contemporanei, (lui cita spesso Robert Frank, ma c’è anche Diane Arbus), ha scelto di utilizzare il colore in un’epoca in cui la fotografia artistica era dominata dal bianco e nero. “Ero giovane e inesperto”, ha ricordato lo stesso fotografo, “e non mi rendevo conto che il colore fosse considerato troppo commerciale o dilettantistico”. Questa scelta anticonformista gli ha permesso di essere innovativo e di restituire la complessità e la vivacità della vita moderna.
Durante la visita alla mostra, è esposta una serie di doppie foto, a colori e in bianco e nero, perchè frutto di un periodo di studio in cui scattava con due macchine per riprendere le stesse scene e riflettere sulle differenze.
È dal riflesso dell’azzurro del mare sulla pancia di un dirigibile che capisce quanto il colore fosse un contenuto della fotografia.


I capitoli di una carriera straordinaria
Tornando agli spazi espositivi, la mostra si articola in diverse sezioni tematiche, ognuna delle quali rappresenta una fase significativa del lavoro di Meyerowitz, che sintetizziamo qui
Gli anni ’60 e la street photography
Meyerowitz emerge come uno dei giovani fotografi più innovativi di New York, immortalando la vita quotidiana della città con uno sguardo ancora che ispira migliaia di fotografi, ancora oggi.
Il Vietnam e l’America in trasformazione
Negli anni ’70, invece di documentare direttamente la guerra, Meyerowitz si concentra sull’impatto che il conflitto ha sulla società americana, offrendo uno sguardo introspettivo su un paese diviso, serie che abbiamo apprezzato particolarmente per l’uso della luce e dei colori.
Cape Cod e il dialogo con la natura
Negli anni ’80, il fotografo si allontana dalle strade cittadine per dedicarsi alla natura, creando immagini contemplative e molto affini al nostro senso estetico.
Ground Zero e l’11 settembre
Meyerowitz è stato l’unico fotografo autorizzato a documentare i mesi successivi all’attentato alle Torri Gemelle. Le sue foto, di grande impatto, rendono omaggio alla tragedia e al coraggio di chi ha lavorato tra le macerie.
Il lockdown del 2020
Per la prima volta in Italia, la mostra presenta i 365 autoscatti realizzati durante la pandemia, un diario visivo che riflette sull’isolamento e che tutti noi conosciamo bene.
Inoltre è presente una sezione dedicata ai ritratti e una agli still life, interpretati sul lavoro del pittore Giorgio Morandi.

Come ha sottolineato la sindaca di Brescia, Laura Castelletti, durante la conferenza stampa a cui abbiamo partecipato, questa mostra è “una straordinaria occasione per conoscere da vicino i capolavori di uno dei più grandi fotografi a livello internazionale”.
Come non essere d’accordo?
Qui qualche informazione
Dove: Museo di Santa Giulia, Brescia
Quando: 25 marzo – 24 agosto 2025
Ingresso a pagamento, con audioguida gratuita inclusa.
L’antologica è arricchita da un Public Program curato da Fondazione Brescia Musei, che include incontri, proiezioni e dialoghi.
Ma per tutte le informazioni pratiche, qui il sito ufficiale
Grazie a Fondazione Brescia Musei per l’invito in città e per aver reso possibile un incontro con un Maestro come Joel.
