La incontriamo nello skatepark di Castel Maggiore – CM 40013 – non distante da dove è nata e cresciuta. Prima di raccontare perchè siamo qui, è necessaria una premessa per introdurre chi stiamo per incontrare: Asia Lanzi è una ragazza emiliana classe 2002 e, ad oggi, è stata l’unica atleta italiana presente alle Olimpiadi di Tokyo 2020 in una specialità dello skateboarding.
Già a 6 anni scorrazzava su e giù per lo skatepark, spinta dal padre, appassionato di questo sport e di un film che lo aveva colpito molto: Thrashin’ – Corsa al massacro.
La incontriamo a Castel Maggiore. Perché proprio a Castel Maggiore?
Qui di recente l’amministrazione locale ha costruito uno skatepark, chiamato CM 40013, ora molto frequentato dalle e dai giovani della zona. Un luogo pubblico dove potersi muovere e coltivare l’interesse per le due ruote dei monopattini ma soprattutto delle quattro ruote delle tavole da skateboard. Facendo, cosa rilevante per il territorio, comunità, senso di appartenenza, rendendo viva e attiva questa parte dell’area metropolitana intorno a Bologna.
Abbiamo chiesto ad Asia di raccontarci il rapporto tra lo skate e il territorio in cui è cresciuta, l’Emilia:
i luoghi in cui possiamo allenarci non sono molti, ricordo anni fa quando andavo in giro provavo alcuni trick nelle piazzette del mio paese, ma spesso gli anziani mi mandavano via rimproverandomi.
Il legame con il mio skate è fortissimo, non c’è giorno che non ci vado, o per allenarmi o per divertimenti.
Per me rappresenta la libertà di poter essere me stessa. Grazie allo skate io mi sento sempre a casa, ovunque vada. La comunità intorno a questo sport è solida, posso skatare qui in Emilia, in Giappone, negli Stati Uniti e mi sentirò sempre a mio agio con le persone che ho intorno. Abbiamo lo stesso linguaggio che ci unisce.
Due elementi che cita Asia, la libertà e il senso di appartenenza, sono cose che noi ritroviamo molto negli appassionati di moto.
Chi sceglie le due ruote vuole prima di tutto avere libertà di muoversi, dentro e fuori la città, per riappropriarsi degli spazi. Proprio come fanno da sempre gli appassionati di skate.
Stessa cosa per il senso di appartenenza che lega da sempre tutti coloro che guidano una moto (chi di voi ha una moto molto probabilmente conosce il saluto ✌🏽 tra bikers) Siamo a Castel Maggiore con Asia e con una Scrambler Ducati, è impossibile non parlare di Motor Valley:
impossibile non conoscere la Motor Valley, se abiti qui fa parte del tuo DNA. Io sono appassionata di motori, anzi, super appassionata, adoro le auto e le moto anche grazie a mio padre e al suo migliore amico che amano i motori e quindi fin da quando sono piccola mi han parlato continuamente della loro passione.
Una cosa però ci incuriosisce: lo skate è uno sport sicuramente molto praticato in tutto il mondo ma da noi rimane ancora una nicchia, ancora di più se parliamo di skate femminile… le Olimpiadi sono servite per sdoganare questa specialità anche da noi?
Senza dubbio partecipare alle Olimpiadi ed essere stata la prima donna italiana in questa disciplina mi ha svoltato la vita.
Prima di Tokyo ogni tanto qualche ragazzo mi riconosceva per strada, da quando sono tornata invece tantissime persone non solo mi fermano ma sanno perfettamente cosa faccio e so di essere un esempio per tante ragazze che si stanno affacciando a questo sport ma non solo.. la visibilità che ho avuto con le Olimpiadi credo faccia bene anche al territorio in cui viviamo perché abbiamo bisogno più luoghi dove allenarci, dove ritrovarci o semplicemente incontrarci.
Più luoghi a misura d’uomo.
Abbiamo incontrato Asia grazie alla collaborazione con Motor Valley, che si sviluppa in un racconto del territorio, (abbiamo già scritto di altri professionisti, li trovi tutti qui) nel quale il consorzio è nato e opera per comunicare al mondo, quanto l’eccellenza industriale dell’automotive emiliano, da queste parti, sia imprescindibile dal tessuto sociale e culturale in cui questa si è sviluppata.