Lettura 4′
Canale di Tenno, 46 km / 54′ d’auto da Trento.
Noi in realtà siamo saliti da Riva e non dalla statale 421 come ci suggerisce Maps, quindi passando da Dro, (ricordi il paesino n.45 e le sue biciclette multiformi?)
La nostra meta è Tenno e nello specifico un borgo a qualche km dal più noto lago, Canale di Tenno.
Non possiamo che essere sorpresi nel vedere il lago, in autunno inoltrato, ancora molto al di sotto del suo livello medio stagionale.
Ci sono quasi 20°C (inizio Novembre 2022) e, osservando il colore vivido dell’acqua, sentiamo alcuni bambini che ridono e urlano parole in tedesco con fare giocoso, per poi immergersi nel lago festosamente.
Più tardi durante questo caldo pomeriggio, un’abitante del paese ci dirà
“Dicono ci sia un cartello immerso nel lago, con su scritto una frase del tipo: se leggi queste parole c’è da piangere”. Anche se non abbiamo visto il cartello spuntare dalla sua superficie, il lago effettivamente ha un livello drammaticamente basso e capiamo di essere testimoni di un cambiamento epocale.
Il cambiamento. È con questa parola in testa e il pensiero dei suoi possibili effetti sul territorio che entriamo nella Casa degli Artisti di Canale di Tenno.
La Casa degli Artisti è fondamentalmente una casa museo, istituita dal comune di Tenno insieme a due comuni confinanti (Riva del Garda e Arco), per conservare lo spazio di lavoro e la memoria del pittore Giacomo Vittone, che negli anni ’60 era solito salire da Riva in bicicletta per dipingere e immaginiamo farsi ispirare dall’atmosfera di questo paesino.
Con il tempo questa casa museo si è aperta al mondo, accogliendolo, diventando così un punto di incontro tra il territorio e studenti, tra gli abitanti e artisti.
Tra le mostre più famose che si sono tenute al suo interno, ricordiamo quella dedicata a Pablo Picasso nel 1992 con la presenza della figlia, Paloma.
(insomma, per saperne di più sulle sue origini e le attività in divenire, qui il sito)
Roberta Bonazza, responsabile delle iniziative culturali, ci accompagna nel racconto di questo luogo, tra le decorazioni della casa museo e l’eleganza dello spazio espositivo. Roberta ci racconta il suo interesse nei cambiamenti della società e nelle storie delle comunità. Lo dimostra anche il tema della mostra in corso durante la nostra visita, sui cambiamenti della società afghana, a fine degli anni ’70. Un bel salto indietro e nei costumi di un paese così lontano dalla democrazia come la conosciamo noi in Europa.
Del lavoro di Roberta, ci colpisce uno dei cataloghi di una mostra che ha curato, Canale, oltre il tempo. È un racconto di due giovani studenti che hanno documentato nel 1979 il borgo, attraverso foto e registrazioni audio.
È inevitabile fare dei confronti tra la vita di un borgo di fine anni ’70 e come lo troviamo oggi. Facciamo una passeggiata con Roberta, nei suoi vicoli, e lo troviamo quasi totalmente ristrutturato, ordinato, ma silenzioso. Non ci abita quasi nessuno d’inverno. La vita, come abbiamo visto in molti altri paesini, ritorna con la bella stagione.
È forse questa l’indicazione che ci restituisce la realtà, per immaginare un modello che le piccole comunità dovrebbero adottare per adattarsi ai cambiamenti in arrivo? Il progetto Paesini, giunto quasi al termine, indica, attraverso le 52 storie documentate, che questa possa essere una strada possibile, per mantenere l’identità dei territori che viviamo.
Due sono le citazioni che vogliamo riportare per sintetizzare il messaggio del lavoro di Roberta con il catalogo su Canale di Tenno.
“Se vuoi godere della bellezza di un fiore,
devi mettere le mani nella terra,
piantare una pianta e curarla ogni giorno
per farla crescere“
Antonio Sgaravatti
“La memoria: lo spazio in cui le cose accadono per la seconda volta“
Paul Auster
Il racconto Paesini, anche qui in Trentino, è supportato dal nostro partner editoriale EOLO SpA, Società Benefit e leader nel campo della banda ultra-larga wireless (FWA) la cui Mission è garantire anche nelle zone più remote un accesso alla rete democratico e di qualità, a supporto di uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Insieme abbiamo deciso di dare vita a questo progetto fuori dalle aree urbanizzate, per scoprire luoghi remoti del nostro Paese e incontrare storie di persone comuni che, anche grazie a internet, riescono a realizzare le proprie idee e visioni non direttamente dipendenti dalle dinamiche delle città.